Emergenza alluvione in Paraguay

postato in: Americhe, Emergenze | 0

400_PY_childrenIn Paraguay circa 300 mila persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa delle piogge torrenziali e delle alluvioni dell’ultimo mese. Le zone più colpite si trovano lungo i fiumi Paraguay e Paranà e molti villaggi rurali si trovano sommersi dall’acqua. Sono state colpite soprattutto le persone più povere che si erano insediate lungo la riva dei fiumi sono quelle maggiormente colpite, e ora si sono riparate in rifugi improvvisati, costruiti in plastica e lamiera.
A “Ñu Apu’a” nell’Alto Paraguay, a 900 Km al Nord dalla capitale di Asuncion, si trova il Centro Educativo “Mons. Alejo Obelar” composto da una scuola elementare e media, una scuola tecnica professionale agricola e un collegio con 128 ragazzi/e interni. Sono 20 i professori che vi lavorano insieme a quattro Figlie di Maria Ausiliatrice.

I beni di prima necessità scarseggiano. Le strade sono impraticabili perché sommerse dall’acqua. I genitori vanno a prendere i bambini a cavallo.
Per acquistare i viveri presso il porto di Fuerte Olimpo che dista 87 km è stato necessario utilizzare un trattore, impiegando 4 giorni e con non poche difficoltà.
C’è urgente bisogno di viveri e antiparassitari e anche di trovare i soldi per poter affittare un elicottero l’unico mezzo che può raggiungere la missione nel cuore della foresta di palme.
In Paraguay le inondazioni sono frequenti ma quelle recenti sono durate più a lungo e i livelli d’acqua si sono alzati più del normale, causando disagi a migliaia di persone. Non si vedeva qualcosa del genere dal 1983.

Solitamente luglio e agosto sono mesi secchi quindi la preoccupazione più grande è che quando arriverà la stagione delle piogge, da ottobre a marzo, il livello del fiume non avrà fatto in tempo ad abbassarsi.
Il livello critico di inondazione del fiume Paraguay è infatti di 5,5 metri, mentre ora si trova a 7,19 metri. In un solo giorno, il 27 giugno, ha piovuto l’equivalente di un mese.

Per questo si prevede che gli sfollati non potranno tornare a casa fino al 2015.