Haiti, un lungo cammino di speranza

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IMG_1293Sono passati cinque anni dal terribile sisma che il 12 gennaio 2010 ha sconvolto Haiti provocando la morte di 220mila morti, oltre 300mila feriti ed 1 milione e 200mila senzatetto.

In questi anni tanto è stato fatto.
Sr Vilma Tallone, Economa Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, è da poco rientrata da una visita alle sorelle di Haiti e fa il punto della situazione.

“Le FMA di Haiti attualmente hanno 15 comunità religiose, raggiungono nelle loro 13 scuole più di 18.000 allievi: dai piccoli della materna, ai grandi liceali, ai giovani dei Corsi professionali. Ci sono inoltre 5 internati per bambine povere di cui tre ospitano solo orfane e uno con 375 bambini e giovani dai 3 ai 17 anni, in cui le suore gestiscono sia l’internato che la scuola, ma la cui proprietà appartiene a un’organizzazione cattolica americana.

Le Suore sono anche molto impegnate nella catechesi, nell’animazione pastorale in varie parrocchie e collaborano con i diversi organismi statali ed ecclesiali in favore della gioventù.
In questi 5 anni, con l’aiuto di tutto l’Istituto, ma anche di Organismi internazionali siamo riuscite a ricostruire completamente due grandi scuole distrutte dal terremoto, a costruirne una terza con internato in una zona periferica di Port au Prince e a ripararne altre 10. Un grande investimento dell’Istituto è andato direttamente a favore della popolazione accogliendo per 18-24 mesi circa 12.000 senza tetto in tendopoli allestite nei nostri cortili e offrendo alimentazione, assistenza medica e protezione. Una cucina da campo ha preparato per tre anni circa 12 000 pasti al giorno.
Non tutto è completo: mancano ancora strutture e materiale, ma vi provvederemo un po’ alla volta, sempre con l’aiuto della Provvidenza, grazie a organismi e benefattori”.

Tanto resta quindi ancora da fare non solo a livello di ricostruzione strutturale, ma anche e soprattutto nell’impegno ad “aiutare l’uomo, ogni uomo, a vivere pienamente come persona. Non c’è vera ricostruzione di un Paese senza ricostruzione della persona nella sua pienezza” , come ha detto il Santo Padre nel discorso rivolto ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum nel quinto anniversario del terremoto.
“Questo comporta – ha aggiunto ancora Papa Francesco – far sì che ogni persona in Haiti abbia il necessario dal punto di vista materiale, ma al tempo stesso che possa vivere la propria libertà, le proprie responsabilità e la propria vita spirituale e religiosa. Che ogni tipo di aiuto offerto dalla Chiesa a quel Paese possa avere questa ansia per il bene integrale della persona!”.

Servono posti di lavoro, ma prima ancora un’educazione al lavoro; servono case e servizi ma anche dignità; servono scuole, cibo, salute ma anche la speranza.

In questa linea continuiamo il nostro impegno con e per il popolo haitiano, insieme agli amici, ai benefattori e agli organismi che ci hanno sostenuto e ci hanno fatto toccare con mano che, come dice il Papa “la carità è ancora più vera e più incisiva se vissuta nella comunione”.